2016

Questa è stata, per volume, la vendemmia più esigua da quando il dipartimento tiene delle statistiche.  Un autunno mite, un inverno secco, una primavera quasi senza una goccia di pioggia. La vite, però, abituata alle condizioni semi-desertiche del Rossiglione, si è preparata all’estate, come se ne avesse «sentore»: germogli deboli e poche foglie, per evitare l’evaporazione e la traspirazione. Una colatura generale sulla Grenache a seguito di un’ondata di caldo durante la fioritura. Meno di 400 mm durante l’anno, quell’anno durante il quale il clima, in Francia, non avrebbe potuto essere più secco.

Per tutto quell’anno, per adattarsi, sono stati necessari un sacco di energia, di lavoro, di riflessione: modifiche organiche, adattate, rinforzo con oligoelementi alla radice dopo l’analisi dei piccioli, numerosi lavori leggeri per iniettare dell’aria in superficie e creare una zona di dieci centimetri, utilizzando l’aria come isolante, così come avevo visto fare in Sicilia.

Vendemmie veloci, bacche piccole, certo, ma sazie di sole; cantine piene per metà, ma con un frutto intenso e delizioso. Dopo sei mesi di coltivazione e una selezione ristretta ecco che, alla fine, ci si è dovuti rassegnare ad annunciare la raccolta più esigua del Clos des Fées. Eppure, è una raccolta appagante, potente, vigorosa, setosa, profonda, leggera.